GIOCHI E ATTIVITÀ
Dipendenza da videogiochi: cos'è, come riconoscerla e i consigli della scienza
Dalla loro introduzione negli anni '80, i videogiochi sono diventati una parte fondamentale nella vita dei bambini e degli adolescenti (e anche degli adulti). Il consumo di materiale video-ludico è aumentato negli anni fino a generare un'industria da miliardi di dollari ogni anno.
Tuttavia, i ragazzi, soprattutto i più giovani, sono sempre più esposti e immersi in questo mondo virtuale, e tali situazioni possono facilmente portare a vere e proprie dipendenze. Questo è stato proprio lo studio condotto, in Italia, grazie a un accordo tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ha parlato anche una delle massime esperte di cyber-sicurezza, che ha fornito alcuni consigli utilissimi su come individuare il disagio nei bambini e come affrontarlo.
Dipendenza da videogiochi: cos'è, come riconoscerla e i consigli della scienza
Dalla loro introduzione negli anni '80, i videogiochi sono diventati una parte fondamentale nella vita dei bambini e degli adolescenti (e anche degli adulti). Il consumo di materiale video-ludico è aumentato negli anni fino a generare un'industria da miliardi di dollari ogni anno. Tuttavia, i ragazzi, soprattutto i più giovani, sono sempre più esposti e immersi in questo mondo virtuale, e tali situazioni possono facilmente portare a vere e proprie dipendenze. Questo è stato proprio lo studio condotto, in Italia, grazie a un accordo tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Ha parlato anche una delle massime esperte di cyber-sicurezza, che ha fornito alcuni consigli utilissimi su come individuare il disagio nei bambini e come affrontarlo.
Internet Gaming Disorder
Con questo termine, coniato di recente, ci si riferisce solitamente al desiderio o alla smania di prendere parte a videogiochi online, spesso con altre persone non fisicamente presenti sul luogo, ed averne una voglia tale da da diventare un'attività compulsiva, tanto da provocare dei disagi psicologici di importanza significativa.
Lo studio italiano
Lo studio è stato condotto, in Italia, grazie a un accordo tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. L’indagine ha preso in considerazione più di 8700 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, 3600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5100 circa delle secondarie di secondo grado.
I risultati generali dello studio
Il campione intervistato è stato preso come rappresentativo dell'intera popolazione nazionale di ragazzi, ed è stato condotto con lo scopo di analizzare i comportamenti a rischio della Generazione Z, in particolare sulle dipendenze, non solo da videogiochi ma anche da cibo e social. Stando ai risultati, si ipotizza che almeno 500.000 bambini e adolescenti in Italia siano affetti da questo disturbo dato dalla dipendenza dai videogiochi, non solo online.
I dati ottenuti sul Internet Gaming Disorder
Il rischio di disagio dovuto alle console (Internet Gaming Disorder) riguarda circa il 12% degli studenti (più o meno 480.000 ragazzi italiani), specialmente maschi: la percentuale raggiunge al 18% negli studenti maschi delle secondarie di primo grado e al 13,8% negli studenti delle superiori (invece siamo al 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le ragazze). Parlando di età, maggiore è il pericolo alle medie con il 14,3% dei ragazzi potenzialmente a rischio, ma il dato scende al 10,2% al liceo.
Fattori associati alla dipendenza da videogiochi
I problemi derivanti dall'abuso dei videogiochi, è stato analizzato, sono due: il rischio di "depressione moderatamente grave o grave", è 5,54 volte maggiore nei ragazzi di 11-13 anni e 3,49 nei ragazzi di 14-17 anni. Parlando invece di un altro aspetto, ovvero l'ansia sociale, qui il rischio di svilupparla è 3,65 volte maggiore rispetto alla media nei ragazzi di 11-13 anni e 5,80 nei ragazzi di 14-17 anni.
Non demonizzare l'uso, ma l'abuso
Il problema, ovviamente, non sono i videogiochi in sé. Alcuni studi hanno dimostrato che l'esposizione moderata ai videogiochi migliora sia la coordinazione mano occhio, che i riflessi di base e la memoria. Quando però si scade nell'abuso, allora entra in gioco l'impatto che questi comportamenti negativi possono avere nella vita di tutti i giorni.
I campanelli d'allarme che i genitori devono cogliere
Stando alle parole dell'esperta di sicurezza informatica Lauren Mak di VPNOverview.com, ci sono alcuni segnali che possono mostrare questo tipo di dipendenza. Per esempio, mancanza di interesse per le attività che prima attraevano e allo stesso tempo mancanza di desiderio a prendere parte ad altre attività diverse dai videogame. Altri sintomi sono irritabilità, sbalzi d'umore, impazienza, ansia e rabbia quando non si gioca, anche per brevi periodi; insonnia e cambiamenti nelle abitudini alimentari; incapacità di prendersi cura dell'igiene personale; scarsa concentrazione a scuola; minore empatia nel rapporto con gli altri.
Le cause dello sviluppo della dipendenza
Stando alle parole dell'esperta, le cause sono molteplici. Prima di tutto, ormai, i bambini vengono esposti a videogiochi e tablet fin dalla tenera età, cosa mai successa prima nella storia umana. Inoltre, i videogiochi di oggi sono sempre più stimolanti e coinvolgenti, con grafiche e storie che sono fatte apposta per mantenere il giocatore incollato allo schermo. Inoltre, per molti bambini questo potrebbe essere un modo per sfuggire alla realtà nella quale vivono, magari con situazione famigliari o scolastiche difficili. Infine, secondo l’esperta, i bambini che sono particolarmente ansiosi o hanno disturbi da deficit di attenzione sembrerebbero essere più inclini a diventare dipendenti dai videogiochi.
Alcuni consigli utili
Molto in questi casi fa il comportamento dei genitori, che non devono temere di parlare apertamente con il figlio di eventuali cause di disagio psicologico nella sua vita. Anche mostrare un utilizzo responsabile dello schermo è un buon punto di partenza. Tradizione: se il genitore non ne abusa, anche il bambino sarà meno incline a un grosso uso di videogiochi e schermi. Inoltre, appena ci si accorge di sintomi di astinenza del bambino, provare a coinvolgerlo in attività stimolanti, o comunque offrire una distrazione come praticare uno sport o una attività insieme con la famiglia. Inoltre, il genitore deve avere un atteggiamento positivo col videogioco, magari provando a interessarsi e sviluppare conversazioni positive a riguardo.
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Ma come festeggiare il primo Natale di un bimbo piccolo, dato che non ha del tutto percezione di ciò che accade? Le idee da sfruttare sono molteplici, basta far sì che tutto, per il bambino, sia gioco e sorpresa. Un piccolo regalino da scartare, giochi da fare insieme agli altri bambini...
Insomma, anche se il bambino non capirà molto di tutto quello che accade in merito ai festeggiamenti, di certo sarà divertito da alcune piccole attività natalizie che si possono fare insieme. In fondo la magia del Natale è in grado di coinvolgere tutti, grandi ma soprattutto piccoli, non importa l’età.
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Ovviamente ogni genitore è diverso dall'altro, e ogni bimbo reagisce in modo unico agli stimoli esterni, ma senza dubbio queste linee guida daranno una mano a impostare meglio il discorso in caso sia necessario un pizzico di polso più fermo.